Psicologia Ambientale e Psicologia Positiva: una sinergia vincente

di CAMILLA MAROSSI
dottoressa in psicologia

La Psicologia Ambientale può contribuire al benessere generale delle persone in quanto, migliorando le condizioni in cui un individuo vive e gli spazi in cui opera, può aumentare la sua soddisfazione di vita, la sua serenità, e molto spesso anche i livelli di performance. In modo analogo, la Psicologia Positiva promuove la serenità, la gratitudine, e tutte le emozioni positive che rendono le persone ottimiste. Perché quindi non valorizzare la sinergia tra questi due approcci della psicologia con l’obiettivo di accrescere i livelli di benessere percepito?

In una società come quella in cui ci ritroviamo immersi oggi, dove la sofferenza sembra ormai insita nell’esistenza dell’uomo moderno, la Psicologia Positiva porta nella quotidianità alcune tecniche per stare meglio. Ansia, fretta, velocità, noia, competizione, inadeguatezza lasciano il posto a emozioni positive, come ottimismo, speranza, motivazione intrinseca, significato e felicità. Non si tratta di concetti nuovi, ma di un nuovo modo di considerarli. L’uomo moderno e la donna moderna possono scegliere come meglio condurre la propria vita ed essere ogni giorno la versione migliore di sé stessi.

La Psicologia Positiva nasce negli anni 2000, quando Martin Seligman e Mihaly Csikszentmihalyi pubblicarono un articolo nel quale venivano discussi i temi centrali di questa nuova corrente. 

“[…] il nostro messaggio è ricordare a tutti quelli che fanno parte del nostro settore che la psicologia non è solo lo studio della patologia, della debolezza e del danno; essa è anche lo studio della forza e della virtù. Il trattamento non consiste solo nel riparare ciò che è guasto (in una persona o in un gruppo); esso implica che si coltivi ciò che c’è di meglio. […]”

L’obiettivo della Psicologia Positiva, quindi, risulta essere il funzionamento ottimale dell’individuo, il flourishing a livello individuale, ma anche planetario, del singolo.

Uno degli esercizi più famosi, diffusi ed efficaci della Psicologia Positiva è “l’esercizio delle tre cose buone” (Sheldon e Lyubomirsky 2004; Seligman et al., 2005). Si tratta di tenere un diario per almeno una settimana, nel quale ogni sera si annotano tre cose buone successe durante la giornata appena passata, quale ruolo si è svolto in esse e perché secondo il soggetto sono capitate. Scrivere è essenziale perché mettere nero su bianco i propri pensieri aiuta a concentrarsi meglio. Inoltre, riflettere sul proprio ruolo riguardo alle tre cose buone aiuta ad assumere il senso di controllo su ciò che di positivo ci accade.

All’interno della Psicologia Ambientale, il settore di ricerca che maggiormente si è interessato agli effetti positivi che un certo tipo di ambiente può avere sul benessere psicologico dell’individuo fa riferimento alle teorie della Restorativeness – Rigeneratività, inteso come processo di rinnovamento delle risorse fisiche e psichiche a seguito di una loro diminuzione.

Gli ambienti rigenerativi sono quei contesti che promuovono le esperienze rigenerative, e consentono quindi alle persone stressate o stanche mentalmente di recuperare le risorse esaurite (Steg, Van Den Berg, Groot, 2013).

Questo tipo di ricerca pone l’attenzione su come l’ambiente circostante possa influenzare sia i livelli di stress di una persona, sia i livelli del suo rilassamento. E cambiare alcune caratteristiche dell’ambiente può incidere in modo significativo sul benessere dell’individuo.

Le due principali teorie di questo filone sono la Stress Recovery Theory (SRT; Ulrich, 1983) e l’Attention Restoration Theory (ART; Kaplan e Kaplan, 1989).

A questo punto, cosa potrebbe succedere quando un esercizio di Psicologia Positiva viene svolto in un ambiente rigenerativo? Gli effetti benefici ne risultano potenziati?

Questa combinazione potrebbe avere delle implicazioni rilevanti soprattutto negli ambiti legati alla cura, dove il dolore e la sofferenza sono molto alti, come le case di cura per anziani o gli ospedali, o anche le comunità di tossicodipendenti.

 

Per approfondire:

Kaplan, R., & Kaplan, S. (1989). The experience of nature: A psychological perspective. New York: Cambridge University Press.      

Seligman M.E.P., Csikszentmihalyi M. (2000), Positive Psychology: An Introduction, in “American Psychologist”, 55, 1, pp. 5-14

Seligman M.E.P., Steen T., Park N., Peterson P., (2005), Positive Psychology Progress: Empirical validation of interventions, in «American Psychologist», vol. 60.

Steg, L. E., Van Den Berg, A. E., & De Groot, J. I. (2013). Environmental psychology: An introduction. BPS Blackwell.

Ulrich, R. S. (1983). Aesthetic and affective response to natural environment. In I. Altman & J. F. Wohlwill (Eds.), Behavior and the natural environment (pp. 85-125). New York: Plenum.


ENGLISH VERSION
ENVIRONMENTAL PSYCHOLOGY AND POSITIVE PSYCHOLOGY: A WINNING SYNERGY

Environmental Psychology can contribute to the overall well-being of people because, by improving the conditions in which an individual lives and the spaces in which he or she operates, it can increase his or her life satisfaction, serenity, and very often even performance levels. Similarly, Positive Psychology promotes serenity, gratitude, and all the positive emotions that make people optimistic. So why not to enhance the synergy between these two approaches to psychology with the goal of increasing the perceived levels of well-being.

In a society like the one in which we find ourselves immersed today, where suffering now seems to be inherent in the existence of modern man, Positive Psychology brings in everyday life some techniques to feel better. Anxiety, hurry, speed, boredom, competition, and inadequacy give way to positive emotions, such as optimism, hope, intrinsic motivation, meaning, and happiness. These are not new concepts, but a new way of looking at them. Both modern man and woman can choose how to lead their lives at best and how to be the best version of themselves every day.

Positive Psychology was born in the 2000s, when Martin Seligman and Mihaly Csikszentmihalyi published an article in which the central themes of this new trends were discussed.

“[…] Our message is to remind our field that psychology is not just the study of pathology, weakness, and damage; it is also the study of strength and virtue. Treatment is not just fixing what is broken; it is nurturing what is best.  […]”

The objective of Positive Psychology, therefore, turns out to be the optimal functioning of the individual, the flourishing at the individual level, but also planetary, of the individual.

One of the most famous, widespread and effective exercises in Positive Psychology is the "three good things exercise" (Sheldon and Lyubomirsky 2004; Seligman et al., 2005). It involves keeping a diary for at least one week, in which three goods things happened during the day are noted every night, what role one played in them, and why they happened, according to the subject. Writing is essential because putting your thoughts down on paper helps you focus better. Also, reflecting on one's role regarding the three good things helps to take a sense of control over what is positive in our lives.

Within Environmental Psychology, the area of research that has been most interested in the positive effects that a certain type of environment can have on the psychological well-being of the individual refers to the theories of Restorativeness, meant as the process of renewal of physical and mental resources after their decrease.

Restorative environments are those contexts that promote regenerative experiences, and thus allow stressed or mentally tired people to recover depleted resources (Steg, Van Den Berg, Groot, 2013).

This type of research focuses attention on how the surrounding environment can affect both stress and relaxation levels of a person. And changing certain characteristics of the environment can significantly affect an individual's well-being.

The two main theories in this strand are Stress Recovery Theory (SRT; Ulrich, 1983) and Attention Restoration Theory (ART; Kaplan and Kaplan, 1989).

At this point, what might happen when a Positive Psychology exercise is undertaken in a restorative environment? Might the beneficial effects be enhanced?

This combination could have major implications especially in care-related settings where pain and suffering are very high, such as nursing homes for the elderly or hospitals, or even drug communities.