Spazi di cura e Cura degli spazi

di ELISABETTA CICALA
dott.ssa in psicologia e UX researcher


Come si può rendere un ambulatorio più funzionale e allo stesso tempo accogliente nei confronti degli utenti? Questa domanda nasce in seguito alla richiesta di un dietista di voler offrire ai suoi pazienti un’esperienza di visita più piacevole e rigenerante, riducendo lo stato d’ansia che tutti noi, chi più, chi meno, sperimentiamo a ridosso di una visita medica.

Il progetto “Spazi di cura e Cura degli spazi” è la risposta a questa richiesta. Un architetto e una psicologa ambientale hanno unito le diverse competenze per proporre soluzioni progettuali in grado di rispondere alle esigenze del committente e soddisfare i bisogni degli utenti, sulla base di dati concreti ed evidenze scientifiche.

La sinergia tra queste due professioni è indispensabile nella progettazione dei contesti di cura poiché l’ambiente può influenzare positivamente il processo di guarigione delle persone e più in generale rendere l’esperienza di sofferenza meno stressante per il paziente ed i suoi familiari. Si parla quindi di umanizzazione ospedaliera ossia il processo che introduce il modo di intendere la “salute” come l’interazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Si sviluppa così un tipo di progettazione user centered, che pone l’attenzione sulla persona nella sua totalità, collocandola nell’ambiente fisico e relazionale in cui viene curata. Lo sguardo si rivolge a tutte le persone coinvolte nel processo di cura, dai pazienti agli altri utenti/attori, intesi come accompagnatori e personale medico.

Queste considerazioni hanno influito fortemente sulla scelta dell’approccio progettuale di “Spazi di cura e Cura degli spazi”. Abbiamo deciso infatti di porre al centro del nostro lavoro le persone, ascoltando da vicino i loro bisogni e dando spazio ai loro pensieri e riflessioni attraverso lo strumento dell’intervista. Abbiamo coinvolto i diversi fruitori del servizio dietistico - pazienti, accompagnatori e personale - in momenti diversi.

Nell’incontro con il dietista sono stati esplorati diversi aspetti: quelli specifici sui bisogni e sulle aspettative inerenti al progetto, ed aspetti più generali, utili ad avere un quadro più dettagliato del servizio, quali modus operandi, approccio comunicativo, tipologia di pazienti, svolgimento delle visite, storia dell’ambulatorio, giornata lavorativa tipo. Durante l’incontro abbiamo fatto il sopralluogo dei diversi spazi dell’ambulatorio.

In un secondo momento alcuni pazienti e accompagnatori hanno risposto individualmente alle nostre domande durante il momento di attesa. L’obiettivo era invitare la persona a raccontare l’esperienza complessiva della visita, dal tragitto per raggiungere l’ambulatorio al termine del colloquio con il dietista, soffermandosi sulle principali azioni svolte, emozioni sperimentate ed eventuali criticità affrontate.

Dall’integrazione dei dati estrapolati dalle interviste e delle indicazioni raccolte in letteratura è emerso che l’umanizzazione degli spazi di cura passa attraverso la realizzazione di ambienti con una forte d’identità, che soddisfano quei bisogni necessari a ridurre stress e ansia, quali: senso di accoglienza, comfort spaziale e sensoriale, orientamento, spazio personale e privacy, interazione sociale, percezione di controllo sull’ambiente e sicurezza. Per promuovere tale soddisfazione bisogna porre l’attenzione sui seguenti aspetti: forme degli spazi; colori; materiali di costruzione che caratterizzano le pareti e gli arredi; quantità, tipo e focalizzazione dell'illuminazione artificiale e naturale; tipo di visuali interne ed esterne; segnaletica per l’orientamento.

Per questo motivo abbiamo proposto soluzioni legate al processo di wayfinding ossia il modo in cui le persone si orientano negli spazi fisici e navigano da un posto all’altro grazie alla presenza della segnaletica e di altre comunicazioni come indizi visivi, tattili e uditivi. La maggior parte dei pazienti ha avuto difficoltà a raggiungere l’ambulatorio al primo appuntamento. Per risolvere questa criticità abbiamo suggerito l’utilizzo di un totem luminoso in prossimità dell’ingresso, che fosse visibile da diverse angolazioni e a distanza.

Altri suggerimenti hanno fatto riferimento alla riorganizzazione degli spazi della sala d’attesa e dello studio. Essendo uno spazio condiviso da diversi utenti, la sala d’attesa è stata ripensata in un’ottica multifunzionale: relax, giochi per bimbi, comunicazione e informazione attraverso la creazione di diverse isole, che potessero comunque garantire il concetto di privacy ed intimità. E’ stato proposto l’inserimento di elementi naturali e l’utilizzo di colori tenui con l’obiettivo di rendere il momento di attesa più confortevole e rilassante possibile. Nello studio, invece, è stata rivista la disposizione degli elementi di arredo presenti, che rendevano lo spazio claustrofobico e poco funzionale. Per garantire il senso di igiene, fondamentale nei luoghi di cura, abbiamo optato per uno studio semplice e luminoso.

La realizzazione di questo studio ha evidenziato l’importanza della progettazione centrata sull’utente che, oltre ad avere un forte impatto sul benessere di pazienti e familiari, incide in modo positivo sulla salute del personale sanitario, continuamente sottoposto a stress fisico e psico-emotivo. Inoltre, la progettazione user centered si ripercuote indirettamente sulla percezione della qualità del servizio sanitario, aumentando così il livello di soddisfazione degli utenti.

 

Per approfondire:

Bilotta E., Bonaiuto M., Bonnes M., Fornara F., Environmental Psychology and Architecture for Health Care Design, in Del Nord R. (a cura di), “The culture for the future of healthcare architecture. Proceedings of 28th international public health seminar”, Alinea, Firenze 2009, pp. 35-41

Bonnes M., Fornara F., Bonaiuto M. (2008). Psicologia ambientale e architettura per la progettazione dei luoghi di cura. EdA Esempi di Architettura, 2, 52-61 (numero su L’ospedale del futuro. Modelli per una nuova sanità, a cura di romano del nord).

Del Nord R., Peretti G. (2012). L’umanizzazione degli spazi di cura. Linee guida, Ministero della Salute – TESIS – Sistemi e Tecnologie per le Strutture Sanitarie, Firenze-Roma 2012.

Ulrich R. S. (1984). View Through A Window May Influence Recovery from Surgery, Science, 224.4647, 420–421.