Scuola a casa, la didattica on line. Cambiamenti di paradigmi e scenari al tempo del COVID-19

di CHIARA MARCHETTI
dott.ssa in architettura, insegnante

Numerose sono le ricerche sui luoghi di apprendimento di cui la psicologia ambientale si è occupata. Prima del Covid-19 tali strutture erano le scuole; scuole diverse fra loro per ordine e grado, per distribuzione e organizzazione interna. Da queste ricerche emerge che l’ambiente scolastico, con le sue caratteristiche fisiche, è fondamentale poiché è capace di promuovere o meno il processo di apprendimento; secondo il noto pedagogista Malaguzzi, infatti, equivale ad un terzo insegnante.

Se la concezione attiva dell’ambiente fisico scolastico è evidence-based, qual è o come dev’essere il miglior luogo per l’apprendimento ai tempi del Corona Virus?

Prima di tutto bisogna chiarire che l’apprendimento non è un semplice trasferimento di conoscenze che va dal docente all’alunno, ma è costituito anche dalla partecipazione attiva di chi impara. L’apprendimento è un processo sia individuale sia collaborativo, e l’aula scolastica deve attraverso aspetto, struttura, arredi e colore promuovere tale senso di appartenenza, senso di comunità. L’ambiente migliore dev’essere coerente con le scelte didattiche dell’insegnante, che devono guidare la disposizione non solo dell’aula, ma anche delle zone comuni.

In particolare, gli studi dimostrano come la scelta degli arredi delle aule scolastiche e la loro disposizione sia in grado di influenzare i comportamenti e i processi cognitivi associati all’apprendimento, tuttavia gli effetti del setting scolastico non sono universali ma moderati dal contesto educativo e sociale. Ogni ambiente scolastico dev’essere coerente con il programma, con i destinatari e con il tipo di apprendimento. Se dunque, ante Covid-19, gli alunni avevano la possibilità di partire dallo stesso setting, uguale per tutto il gruppo classe, ora il setting cambia e diventa la casa, casa propria diversa da quella degli altri compagni, diversa da quella degli insegnanti.

In questi mesi siamo stati costretti ad imparare a confrontarci con la didattica on line: l’ambiente di apprendimento didattico diventa la casa. Non è l’unico cambiamento, la didattica diventa a distanza, virtuale. La d.a.d. (didattica a distanza) è una risposta ad un’emergenza, e tale deve essere. Le criticità sono note sia in termini tecnologici: fruizione autonoma degli strumenti, disponibilità di un adulto di riferimento, difficoltà di connessione; sia in termini psico-affettivi: la connessione non può sostituire la relazione, di conseguenza i risultati di apprendimento. Come possiamo intervenire? Va ricordato che la casa è stato il primo luogo di apprendimento, le prime lallazioni, i primi passi ecc. La psicologia ambientale ci insegna che l’agire in un territorio conosciuto porta dei vantaggi in termini di diminuzione dell’ansia, questo potrebbe essere un vantaggio in termini di performance scolastiche, tuttavia a volte proprio l’ambiente conosciuto può ostacolare tale processo. Ogni tipo di apprendimento ha bisogno di un ambiente adeguato che lo supporti, valutiamo, quindi, gli stessi parametri che si utilizzano in psicologia ambientale per il contesto scolastico e proviamo a declinarli in casa per ottimizzare l’apprendimento attraverso la d.a.d.

La didattica a distanza si può declinare in vari modi, si passa dalle videolezioni preregistrate a quelle in diretta, dalle meet virtuali con telecamere e microfoni aperti a quelle chiuse con possibilità di intervento solo tramite chat, da un’interazione con l’insegnante attiva a quella passiva composta da materiale didattico preconfezionato e assegnato. Spesso si “entra” nelle case altrui e si creano immaginari da piccoli particolari visti a video: dalla libreria alle mattonelle delle cucina e, a volte, dal corredo del letto. Si entra in maniera virtuale nell’intimità di case altrui e spesso proprio da questi particolari si evidenziano le differenze sociali del gruppo classe, classe che prima interagiva simultaneamente nella stessa aula. Considerato che i metodi d’insegnamento sono differenti fra loro, resta come unica costante il luogo dove stiamo apprendendo, ovvero casa propria; volendo considerare questa una nuova opportunità, dobbiamo agire per far sì che l’esperienza sia la migliore possibile.

Come utilizzare i parametri che la psicologia ambientale usa per l’ambiente scolastico per la nostra casa d’abitazione, in modo che l’ambiente per l’apprendimento a distanza migliori?

Le attenzioni da porre sono: l’organizzazione degli arredi, la temperatura, la qualità dell’aria, il colore, l’illuminazione e la densità.

Infatti la distribuzione di sedie e banchi in un’aula è stata indagata in relazione a comportamenti connessi con l’apprendimento, come il prestare attenzione, la partecipazione e l’utilizzo dei materiali didattici; dunque anche la possibilità a casa di poter disporre di una scrivania e di uno spazio adeguato a pc o tablet ben visibili, uno spazio attiguo dove si possa utilizzare il quaderno o altri strumenti tradizionali coerenti con la disciplina, può aiutare.

Temperatura dell’ambiente e qualità dell’aria non vanno ignorate neppure in ambiente domestico, entrambe concorrono al benessere della persona.

Colore ed illuminazione sono stati considerati in numerosi studi, in particolare i risultati nelle scuole hanno evidenziato che toni grigi e scarsa illuminazione generano un umore depresso in studenti e insegnanti, che influenza sia l’ambiente sia il processo di apprendimento. Si è notato come nelle scuole primarie colori e illuminazione caldi controbilancino la natura estroversa dei bambini, mentre nelle scuole secondarie i colori freddi sostengano sia la capacità attentiva sia il rilassamento negli studenti. Si può quindi considerare una rilettura dei colori utilizzati nelle proprie case d’abitazione, tenendo conto delle preferenze cromatiche e della destinazione dell’ambiente.

Non per ultimo è la densità dell’ambiente, infatti se a scuola era la classe, con ognuno la sua postazione di lavoro, il banco, ora si assiste ad una condivisione degli spazi, che passa dalla scrivania al tavolo della cucina o del soggiorno, dove spesso “gli intrusi” sono i famigliari, non sempre silenziosi come si desidererebbe.

Concludendo, l’attenzione a questi indicatori può rendere l’esperienza della d.a.d. migliore e, di conseguenza, sostenere i risultati delle performance scolastiche. Viviamo questo momento come opportunità, anche per star meglio a casa.