Dai green buildings agli healthy buildings

di LEONARDO TIZI
architetto e psicologo ambientale

Il termine green building indica una classe di edifici progettati per alterare il meno possibile i cicli geochimici della Terra, riducendo il consumo energetico e utilizzando materiali e processi eco-compatibili, e al contempo garantire alti standard di qualità di vita alle persone che si trovano al loro interno. In diverse aree geografiche, in particolare nel Nord America, in Europa e nel Sud Est Asiatico, diversi enti certificatori hanno creato paradigmi specifici per orientare la progettazione verso criteri di sostenibilità ambientale. Nel 1990, il Research Establishment Environmental Assessment Method (BREEAM) è diventato il primo strumento per la valutazione internazionale degli edifici nel Regno Unito (BRE, 2017). Altri sistemi di valutazione includono: Leadership in Energy and Environmental Design (LEED), Well Building Standard (WBS), BCA Green Mark (GM), Living Building Challenge, Passivhaus, ecc.

Dalla sua comparsa negli Stati Uniti nel 1996, LEED è uno dei più diffusi sistemi al mondo per la valutazione dei green buildings. Il programma di certificazione LEED v4.1 BD+C (2017) valuta le prestazioni degli edifici durante le fasi di ideazione, progettazione, costruzione e gestione, considerando otto categorie: Localizzazione e Trasporti (LT), Sostenibilità del Sito (SS), Gestione Efficiente delle Acque (WE), Energia e Atmosfera (EA), Materiali e Risorse (MR), Qualità Ambientale Interna (EQ), Innovazione (IN), Priorità Regionali (RP).

L’international Linving Future Institute (ILFI), con sede a Seattle (USA), ma presente anche in Australia e in Europa, gestisce lo standard di bioedilizia che definisce come il più rigoroso al mondo, denominato Living Building Challenge (versione 4.0, 2019). Andando oltre i requisiti del sistema LEED, gli edifici certificati come Living Buildings sono privi di sostanze chimiche tossiche e puntano a raggiungere un impatto zero a livello energetico o a produrre annualmente più energia da fonti rinnovabili di quanta ne importino da fonti esterne. Venti categorie sono raggruppate all’interno di cinque macroaree: Place, Water, Energy, Health+Happiness, Materials, Equity, Beauty. L’ultima categoria, definita come “Celebrating design that uplifts the human spirit”, comprende la voce “Beauty+Biophilia”.

Il sistema WELL Building Standard (WBS) v2 è stato sviluppato sempre negli Stati Uniti come protocollo per progettare e certificare spazi a qualsiasi scala, da un singolo ambiente interno a un’intera struttura organizzativa. Sono considerate dieci categorie: Aria, Acqua, Nutrimento, Luce, Movimento, Comfort Termico, Suono, Materiali, Mente, Comunità (IWBI, 2020). Ogni caratteristica è supportata dalle evidenze scientifiche disponibili che collegano la progettazione, le politiche e le strategie per l'ambiente costruito a risultati di salute e benessere. L’International WELL Building Institute (IWBI) promuove la consapevolezza che gli spazi attorno alle persone possono rendere ognuno di noi, ovunque, più sano, più felice e più produttivo.

Nel 2005, la Building and Construction Authority (BCA) di Singapore ha creato il Green Mark (GM) come schema che fornisse punti di riferimento per le migliori prassi nella progettazione dei green buildings. La quinta edizione del GM per gli edifici non residenziali è stata realizzata nel 2015, e prevede crediti specifici per la categoria del “Benessere”. Sempre in Oriente, il sistema Evaluation Standard for Green Building (ESGB) costituisce lo strumento più diffuso in Cina, mentre ad Hong Kong viene utilizzato il Built Environmental Assessment Method (BEAM) e in Giappone il CASBEE.

Nelle versioni più recenti di questi strumenti per la certificazione dei green buildings compaiono alcuni concetti e criteri del design biofilico, evidenziando un ampliamento del focus dalla prestazione energetica alla salute e al benessere delle persone (Jiang, Song, Li, Lau, Lei, 2020). La progettazione a basso impatto ambientale e la progettazione biofilica condividono alcuni obiettivi strategici, tra cui un utilizzo efficiente delle risorse, la sostenibilità ambientale sia per i materiali da costruzione sia per gli edifici, il controllo sulla produzione e sullo smaltimento dei rifiuti, l’abbattimento dell’inquinamento, la protezione della biodiversità e la qualità ambientale degli interni. Nel loro insieme, questi aspetti hanno un impatto significativo sul modo in cui sperimentiamo uno spazio e ci comportiamo al suo interno.

La transizione dai green buildings agli healthy builings costituisce una strategia economicamente vantaggiosa. Quando rendiamo i nostri edifici sani, rendiamo le persone al loro interno più sane e produttive, e questo si traduce in uno stato di maggiore salute pubblica. La convergenza tra architettura, economia e scienze della salute è in grado di produrre vantaggi sociali rilevanti (Allen & Macomber, 2020). Joseph Allen e John Macomber, delineando una scienza e un movimento – quello degli healthy buildings –, nel documento “9 Foundations of a Healthy Building” (forhealth.org) mostrano come l’attenzione a certi aspetti migliori le prestazioni degli edifici e dei loro fruitori, e crei valore economico. Mentre il movimento dei green buildings affronta prevalentemente le questioni legate a energia, rifiuti e acqua, il nuovo movimento degli healthy buildings si concentra sulla risorsa più importante di ogni struttura organizzativa: le sue persone. I 9 fattori individuati e supportati dalle ricerche scientifiche sono: 1. Ventilazione; 2. Qualità dell’aria; 3. Salute termica; 4. Qualità dell’acqua; 5. Umidità; 6. Polvere e parassiti; 7. Acustica e rumore; 8. Illuminazione e visuali; 9. Sicurezza e protezione. I primi sette costituiscono potenziali fattori di stress ambientale, il n. 8 include alcuni aspetti spaziali che, se adeguatamente progettati, possono essere rigenerativi; l’ultimo fattore si riferisce al senso di sicurezza e protezione che offre uno spazio (il senso di sicurezza rappresenta una dimensione psicologica, la protezione una strategia applicativa).


PER APPROFONDIRE:

  • ALLEN J. G., & MACOMBER J. D. (2020). Healthy Buildings. Harvard University press.
  • ILFI (2019). Living Building Challenge (V4.0). International Living Future Institute.
  • IWBI (2020). WELL v2: Dynamic, resilient, validated. The next version of the WELL Building Standard. International WELL Building Institute.
  • JIANG B., SONG Y., LI H. X., LAU S. S.-Y., & LEI Q. (2020). Incorporating biophilic criteria into green building rating tools: Case study of Green Mark and LEED. Environmental Impact Assessment Review, 82, pp. 1-17.
  • USGBC (2019). LEED v4.1 Building design and construction. U.S. Green Building Council, Washington, DC.